Salvo D’Acquisto, grande carabiniere e grande italiano

Una delle figure più amate dall’Arma dei carabinieri perché bene ne riassume l’essenza e della quale quest’anno ricorrono 80 anni dalla morte è quella del vicebrigadiere Salvo D’Acquisto (Napoli 15 Ottobre 1920 – Palidoro 23 Settembre 1943).

Un giovane militare che non è un ricordo presente solo nell’animo dei Carabinieri, ma anche nella memoria collettiva degli italiani.

Il suo carattere aperto, franco, sobrio nei gesti e nelle parole rappresenta al meglio i caratteri distintivi della Benemerita e ricordano valori come l’amore per la Patria, il senso del dovere; valori che oggi per una minoranza forse sono solo parole vuote, ma che al contrario restano ben presenti nel cuore e nella mente della maggioranza degli italiani.

Il suo ricordo è un esempio vivo in ogni carabiniere sia che operi nella piccola Stazione di uno sperduto paese, sia che presti servizio al vertice di alti comandi; non è solo un simbolo ma un esempio al quale riferirsi.

Salvo D’Acquisto muore da militare e da carabiniere offrendo la sua vita a difesa della piccola comunità per un profondo senso del dovere.

Nel Settembre 1943 tutta l’Italia era allo sbando, molti fuggivano e cercavano rifugio in zone più sicure. A Torrimpietra, come in molti Comuni d’Italia, a quel tempo solo due figure rimasero a difesa della popolazione non lasciando mai il loro posto, pronti al sacrificio.

I Carabinieri che rappresentavano lo Stato ed il parroco che rappresentava la Chiesa. Dall’annuncio dell’armistizio di Badoglio, i militari italiani si trovarono ad affrontare situazioni difficili e una nuova guerra più crudele della precedente.

Dopo l’8 settembre 1943, a seguito dei combattimenti alle porte della Capitale, la città eterna Roma, un reparto delle SS si era posizionato nelle vicinanze della Stazione di Torrimpietra, occupando una caserma abbandonata della Guardia di Finanza situata nella “Torre di Palidoro” borgata limitrofa a Torrimpietra.

In questa caserma, la sera del 22 Settembre, alcuni soldati tedeschi, rovistando in una cassa abbandonata, provocarono lo scoppio di una bomba a mano: uno dei militari rimase ucciso ed altri due furono gravemente feriti. Il fortuito episodio fu interpretato dai tedeschi come un attentato.

Il mattino successivo due militari tedeschi si recano alla caserma dei Carabinieri di Torrimpietra e, in assenza del maresciallo comandante della stazione, chiedono al vicebirgadiere Salvo D’Acquisto di trovare il responsabile dell’accaduto. Il giovane sottufficiale cerca di convincere che l’episodio è frutto di una casualità, ma invano.

L’Ufficiale tedesco decise quindi di mettere in atto una rappresaglia e Torrimpietra fu accerchiata. Ventidue innocenti cittadini furono rastrellati, caricati su di un autocarro e trasportati ai piedi della Torre di Palidoro.

Il vicebrigadiere, consapevole del pericolo che correvano gli ostaggi, affronta allora il Comandante delle SS che, inflessibile, pretende gli vengano consegnati i responsabili del presunto attentato.

Gli ostaggi sono costretti a scavarsi la fossa. A quella scena il giovane carabiniere si accusa dell’attentato e chiede la liberazione degli ostaggi.

Nella figura di Salvo D’Acquisto sono racchiuse le caratteristiche che meglio identificano l’Arma dei Carabinieri. Il giovane vicebrigadiere sapeva bene di essere il garante di un’ istituzione che ha il compito di garantire ordine e giustizia. Non si sottrae a tali compiti e ne paga il prezzo più alto con la vita.

Salvo D’Acquisto ha avuto la forza di addossarsi la colpa di un delitto non commesso per evitare la morte di un gruppo di persone che appena conosceva. Il senso del dovere e l’altruismo coincidono con ciò che rappresenta al meglio i valori cristiani, un atto eroico che ha portato ad aprire un percorso per la causa di canonizzazione che sarà valutata come “Positio sull’offerta di vita”.

Oggi siamo consapevoli che i Carabinieri, da sempre, uniscono le qualità del soldato e del poliziotto e sono la base di quel fondamento che garantisce il sistema di sicurezza nazionale.

Affidabilità, onorabilità, senso del dovere, disciplina e serietà sono alla base di questa istituzione che, lunedì 5 Giugno, celebra i 209 anni di Fondazione dell’Arma.

Un’istituzione che da più di due secoli ha protetto e servito il Paese sia in tempo di pace che in tempo di guerra.

Le tradizioni così ben conservate hanno creato un forte legame di appartenenza tra i militari. Una grande qualità di questa Istituzione è quella di avere la capacità di adeguarsi al cambiamento dei tempi.

L’opera che l’Arma svolge con dedizione ed incisività comprende operazioni studiate per combattere il narcotraffico, il terrorismo e la criminalità organizzata.

I cittadini guardano ai Carabinieri con fiducia in quanto rappresentano lo Stato ed il loro lavoro nel quotidiano si esprime con il mantenimento dell’ordine pubblico così come lo schierarsi in difesa dei più deboli.

Ogni militare dell’Arma è custode di quella storia fatta di tanti episodi di eroismo e di quei valori che mantengono vivo il ricordo dei compagni che hanno sacrificato la loro vita per il bene comune. Ecco perché Salvo D’Acquisto è ancora tanto presente tra i Carabinieri.

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didascalia: Museo Storico Arma dei Carabinieri di Roma

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